Cari lettori,
come scrivevo nel precedente post, la mia lunga assenza è stata causata principalmente da un mio temporaneo momento di depressione totale e da un inizio anno non proprio fantastico.
Vi starete domandando: Depressione? Ma come, è possibile sentirsi tristi e depressi in Brasile e al caldo?
Ebbene sì, ci si può deprimere anche in Brasile, in verità ci si può deprimere e sentirsi tristi e disperati in qualsiasi posto in questo mondo ogni qual volta subentra una stanchezza più grande di noi, oppure se siamo costretti a rivedere i nostri progetti e obiettivi. Nel mio caso, innumerevoli fattori hanno contribuito al cambiamento repentino di umore, una serie di eventi e pensieri negativi che, purtroppo, si sono concentrati ad inizio anno e mi hanno trascinata nel baratro. Ma dal fondo in genere poi si inizia in qualche modo inspiegabile a risalire, ed eccomi qua, alla ricerca di una risalita un po' meno dolorosa e faticosa della discesa.
Ma analizziamo l'accaduto con ordine, altrimenti rischio di perdermi...
1. Le feste di Fine Anno: mi hanno sempre reso triste, non sono mai riuscita a sentirmi felice nel periodo natalizio, non completamente almeno, e la lontananza dalla mia famiglia in questo particolare periodo dell'anno ha esasperato un sentimento che per me è diventato ormai la norma.
2. Le case in affitto: abbiamo chiuso il 2013 con tutte le case affittate per quasi un anno consecutivo, ero molto soddisfatta perché la rendita degli affitti insieme a quella derivante dal nostro lavoro ci avrebbero dato maggiore sicurezza e stabilità. Ma a gennaio un inquilino non ha rinnovato il contratto e un altro è semplicemente fuggito senza aver pagato l'affitto e le bollette, quest'ultimo evento ha fatto nascere in me una rabbia incommensurabile verso il genere umano. Grazie alla rabbia sono ricorsa alle vie legali non tanto per recuperare ciò che mi spettava quanto per creare almeno qualche disagio all'essere in questione. Poi ho iniziato a sentirmi idiota e questo sentimento, insieme al fatto che avevamo due case vuote ed io ero nel periodo dell'anno in cui in genere non ho alunni, mi ha gettato nella disperazione totale e non volevo più affittare nulla.
3. La pioggia incessante: i mesi di gennaio e febbraio sono i più piovosi della'anno in area amazzonica, e Vilhena su questo non fa eccezione. Il mio umore in questo periodo delle grandi piogge è estremamente variabile, ma quest'anno sta piovendo molto più del solito ed io sono arrivata ad un punto che una sola goccia d'acqua mi causa irritazione e malumore per tutto il giorno. Sommando la pioggia al resto, il risultato è ovvio.
4. Delusioni personali e familiari: a Vilhena non sono riuscita ancora ad avere grosse amicizie, ma nemmeno piccole in verità. Questo mi pesa e non poco. Quando frequentavo la scuola avevo contatti giornalieri con la gente e mi piaceva, adesso passo molto tempo da sola con Lucius o al massimo con gli alunni quando lavoro. Le poche persone a cui ho dato fiducia in questo senso mi hanno deluso amaramente ed ora ho preconcetti esagerati di cui non vado fiera. Quanto alla famiglia di Renato, ci siamo accorti che vivere a Vilhena, quindi a circa 300km dai familiari o vivere in Africa farebbe lo stesso: se ci vediamo una volta all'anno con i parenti è grasso che cola.
5. Il mercato immobiliare a Vilhena: quando io e Renato siamo arrivati qui, la nostra idea era quella di investire e costruire per poi vendere gli immobili e, con le somme derivanti dalle vendite, comprare una pousada o delle case da affittare al nordest del Brasile, sulla costa, lontani dalla pioggia amazzonica. Purtroppo non riusciamo a vendere le nostre proprietà, le persone preferiscono comprare case piccole dalle grandi imprese edilizie per poter usufruire dei mutui agevolati del programma federale Minha casa, Minha vida. E i nostri immobili non rientrano nel programma, purtroppo. Ora è tutto in mano ad un'agenzia, speriamo nel miracolo (quello di Troisi e Lello Arena con le mani alzate al cielo).
6. Le opportunità di lavoro: a Vilhena il lavoro inizia a scarseggiare, io per fortuna ho sempre abbastanza alunni e non guadagno male, ho anche molto tempo libero che posso dedicare a studiare, alla casa e ad aiutare Renato con le case in affitto. Renato lavora ma certo lo stipendio è scarso, le ore di lavoro troppe, uno stipendio così si guadagna in ogni parte del Brasile facendo lavori molto meno stressanti a mio avviso. Parlando di lavoro, vi ricordo che il mio diploma di laurea non è stato convalidato qui in Brasile, quindi io di fatto non posso né lavorare come farmacista né insegnare all'università. Quanto a Renato, anche lui si è ritrovato senza titoli per un problema di documentazione e burocrazia che non sto qui a descrivervi nei dettagli ma che gli sta di fatto impedendo di lavorare nel suo campo. Spero che con l'aiuto di un avvocato si riesca a risolvere almeno questa faccenda. Tutto questo non potevamo prevederlo prima di arrivare qui, ahimé.
Insomma, per farla breve, una situazione parecchio ingarbugliata e complicata la nostra. Non posso lamentarmi perché comunque lavoriamo entrambi, abbiamo le nostre case e ci stiamo mettendo anche qualcosa da parte grazie agli affitti, ma vorremmo andar via e senza vendere gli immobili è tutto più difficile.
Ora si inizia ad intravedere uno spiraglio di luce e speranza all'orizzonte: le case sono di nuovo tutte affittate, i volumi di pioggia già iniziano a diminuire in questo mese di marzo, ogni tanto esce anche il sole. Proprio qualche giorno fa, vedendo il sole farsi spazio con forza tra i nuvoloni carichi di pioggia, ho pensato che avrei dovuto sgomitare anch'io per farmi spazio, come il sole, tra le mille e una difficoltà. Ed è iniziata la mia lenta risalita.
Ho ricominciato a sorridere e a parlare con Renato senza litigare o gridare, ho ripreso a studiare spagnolo per fare il mio esame DELE a novembre, sto cercando una soluzione per lasciare Lucius a fine anno qui e tornare a casa per passare le Feste. Ho venduto la bici elettrica che non usavo da un anno e ho messo in ordine la casa. Non penso più con rancore alle persone che mi hanno deluso, ma le ho lasciate semplicemente da parte. Ora manca riprendere a fare attività fisica come facevo fino a pochi mesi fa...
Quanto all'idea del trasferimento, io e Renato ne parliamo spesso, stiamo cercando di valutare ogni possibile alternativa ed eventuali rischi connessi. Io vorrei andare a Fortaleza o dintorni l'anno prossimo, ho già iniziato a raccogliere informazioni sulle varie zone, valutare costi e ad avere contatti con una scuola lì, mi piacerebbe molto andar via con un lavoro ad aspettarmi. Quanto alle case, pensiamo di affittarle tutte anche quella in cui viviamo attualmente, così con la rendita mensile degli affitti potremmo affittare una casa nella nuova città e resterebbe anche qualche soldo da mettere in cassa. Certo, pagare l'affitto non è il massimo, però potrebbe essere una soluzione temporanea che ci permetterebbe di fare un'esperienza diversa in un posto diverso, senza troppi vincoli "immobili".
Le questioni da risolvere sono ancora tante, ma stiamo cercando di uscirne nel modo più indolore possibile. Qualsiasi vostro suggerimento è benvenuto!!!
Grazie per il supporto a tutti.
Grazie per il supporto a tutti.
Arrivederci al prossimo post!!!
Spero siano in tanti a darti suggerimenti e consigli.
RispondiEliminaIo incrocio le dita di mani e piedi e prego Iddio che ti aiuti.
Che tu trova forza e coraggio sufficiente, per risolvere almeno uno dei tuoi problemi.
Sai che puoi contare su di me sempre.
Un abbraccio. Mamma
In bocca al lupo! Ma non è proprio possibile che tu riesca a farti riconoscere il titolo di studio?
RispondiEliminaCiao! Io il mese prossimo o al massimo a maggio mi trasferiro' a Fortaleza. Volevo chiederti una cosa: per insegnare italiano tu hai fatto qualche corso, letto qualche libro o hai improvvisato? Io ho preso qualche libro sull'argomento ma non so se è sufficiente....
RispondiEliminaHo insegnato in una scuola per 1 anno e loro mi hanno fatto un training prima di iniziare, adesso lavoro come insegnante privato, ma io già insegnavo in Italia a tempo perso. Conoscere bene il portoghese è imprescindibile!!!Che formazione hai, che laurea?Cosa fai in Italia?:-)
RispondiEliminaIo sono educatrice di asilo nido e ho fatto un master di pratica psicomotoria educativa. Il portoghese lo capisco ma non lo parlo molto... Mio marito è cuoco ed è brasiliano quindi credo, e spero, che riuscirà a trovare un lavoro a Fortaleza. Il problema è cosa potrei fare io...
RispondiEliminaPotresti lavorare in un asilo (creche), però ti consiglio vivamente di parlare bene il portoghese, altrimenti credo sia difficile trovare lavoro qui. Tra l'altro ti serve anche se vuoi fare un corso universitario qui, sèesso chiedono il certificato Celpe avanzato...Se sai bene l'inglese potresti tentare in una scuola di lingue, come ho fatto io appena arrivata qui, a ortaleza ce ne sono davvero tante!!!In bocca al lupo!!!
Eliminacrepi! grazie x i consigli, buona fortuna anche a te
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