venerdì 10 gennaio 2020

Inizio d'anno in Mato Grosso

Cari lettori,

quest'anno io e Renato abbiamo trascorso il periodo delle feste a Vilhena, un evento un po' insolito per noi che in genere in questo periodo siamo in Italia (o almeno io spesso lo sono). Visto che eravamo qui, ne abbiamo approfittato per passare qualche giorno all'insegna dell'avventura in Mato Grosso. E' il nostro terzo viaggio in Mato Grosso, ma nonostante ciò ancora non abbiamo esplorato tutte le bellezze naturali che questo stato custodisce.



Siamo partiti da Vilhena proprio il primo giorno del nuovo anno, in compagnia di una coppia di amici, Josi e Miqueias. Dopo aver pranzato nella città di Pontes e Lacerda, ci siamo diretti verso la nostra prima meta, il piccolo centro di Vila Bela da Santíssima Trinidade, la prima capitale dello stato di Mato Grosso, situata al confine con la Bolivia, a circa 400 chilometri da Vilhena. 


Io, Renato, Miqueias e Josi
Arrivo a Vila Bela
Nel primo pomeriggio eravamo già lì, ed abbiamo avuto modo di fare un giro nella parte più antica della città, dove sono presenti le rovine di una cattedrale costruita durante il periodo coloniale, nel XVIII secolo. La cittadina, inoltre, è attraversata dal magnifico Rio Guaporé.


Rio Guaporé a Vila Bela

Le rovine della cattedrale coloniale


A Vila Bela abbiamo alloggiato presso una sorta di casa/ostello all'interno del Parque Estadual Serra Ricardo Franco, che segna il confine tra Brasile e Bolivia in quella regione. L'ostello (Sítio Recanto Sete Kedas) è gestito da Rodrigo, una delle guide che ci hanno accompagnato nelle nostre  avventurose escursioni. Appena arrivati abbiamo approfittato del sole, del caldo e della stanchezza del viaggio per farci un bel bagno nelle acque fresche del fiume che scorreva proprio dietro alla proprietà.




"Non c'è il wi-fi nella foresta, ma esiste una connessione molto migliore"

Bagno al fiume

Un piccolo tucano colorato...
Il giorno successivo, dopo una ricca colazione, abbiamo fatto la nostra prima escursione che comprendeva due bellissime cascate, la Cascatinha e la Cachoeira dos Namorados, e il Canyon Jatobá. I percorsi trekking in queste zone sono abbastanza radicali, appena riconoscibili perché poco battuti, in alcuni casi sono di difficoltà elevata, si usano corde, si devono attraversare fiumi e si fa tanta tanta fatica. Il caldo e gli insetti, poi, non aiutano nell'impresa. Ma proprio perché ancora poco frequentati, questi luoghi conservano una magia unica. Purtoppo non abbiamo potuto vedere il canyon a causa della pioggia e la piena del fiume che avremmo dovuto attraversare. Al posto del canyon, nel pomeriggio ci siamo diretti verso un'altra cascata, la Cachoeira do Sol.
Il nostro gruppo insieme a Rodrigo alla partenza



L'attraversamento di fiumi fa parte del percorso



Cascatinha


 




Cachoeira dos Namorados


Cachoeira do Sol

La seconda escursione, la più difficoltosa, ci ha portati in cima all'altopiano per ammirare la cascata più alta dello stato di Mato Grosso e al quarto posto tra le cascate brasiliane, la Cachoeira Jatobá, alta ben 252 metri! Dopo averla ammirata da varie angolature, nonostante la forte sensazione di vertigini, abbiamo fatto il bagno nel fiume che precede la cascata. Il percorso di andata è lungo circa 5 chilometri ed è durato circa due ore e mezza. La prima parte è tutta in salita ripida, tanto che si usano delle corde per aiutarsi. Prima di arrivare alla Cachoeira do Jatobá, è possibile ammirare dall'alto la Cachoeira dos Macacos, un ottimo luogo di contemplazione! 


Sentieri poco battuti e non segnalati, molto difficili da riconoscere senza una guida
Cachoeira dos Macacos


Cachoeira do Jatobá




La parte superiore della Cachoeira do Jatobá


Al ritorno un percorso in discesa lungo altri 5 chilometri ma molto più faticoso e di difficoltà elevata. Alcuni tratti erano estrememente scoscesi e a strapiombo sul nulla, la paura di scivolare e farsi male è stata grande. Ma tornare per un sentiero diverso ci ha dato il privilegio di vedere altre cascate che non fanno parte delle normali escursioni turistiche. La parte finale prevedeva l'attraversamento di un piccolo canyon a nuoto (Tunel do Paraíso), un'esperienza fantastica per me che amo nuotare...Vitor, la nostra guida, è stato davvero incredibile, senza di lui non so se ce l'avrei fatta a scendere incolume da quella montagna. Nel secondo video potete vedermi all'opera, sembro un vero sacco di patate!


Discesa con le corde





Túnel do Paraíso (mini canyon)

Il gruppo all'arrivo insieme a Vitor, la nostra guida per sentieri estremi!
Lasciata Vila Bela, ci siamo messi in viaggio di nuovo. La nostra destinazione era la città di Cáceres, attraversata dal Rio Paraguai, uno dei fiumi più belli che conosco, e, da lì, la Dolina da Água Milagrosa. La parola dolina deriva dalla lingua slovena ed indica una cavità nel suolo originata dall'erosione di rocce calcaree. Per raggiungere la dolina è necessario percorrere un tratto di strada sterrata di 1500 metri a bordo di un rumoroso trattore guidato da un simpatico signore, e poi seguire a piedi lungo una scalinata in legno di 254 gradini. Un luogo semplicemente paradisiaco, sicuramente da visitare. 


Piazza principale di Cáceres
Cattedrale


Rio Paraguai




Dolina da água milagrosa
Stand-up paddle time!
 
Nuotare...che passione!





Lasciata la dolina, tutti in macchina pronti per il rientro. Da Cáceres a Vilhena ci sono poco più di 500 chimometri di strada da percorrere, e dopo 6 ore eravamo di nuovo a casa! Un grazie speciale a Renato per avermi fornito alcune delle belle foto che ho pubblicato in questo breve resoconto delle nostre ferie d'estate... brasiliana.


Arrivederci al prossimo post!!!



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