lunedì 26 agosto 2019

Sua maestà...l'Etna!

Cari lettori,

all'inizio della primavera, tra marzo ed aprile, ho realizzato un piccolo sogno che giaceva da un po' di tempo nel cassetto: fare il giro della Sicilia da sola, zaino in spalla, utilizzando soltanto i mezzi pubblici e spendendo il meno possibile per mangiare e dormire. E' stato uno dei viaggi più belli che ho fatto, quasi un mese a zonzo per l'isola che tanto amo, in cui ho visto posti magnifici ed ho conosciuto gente di ogni tipo. Un'esperienza così imponente che ancora non sono riuscita a condensarla in qualche post.

Inizierò con questo post, a cui non so se ne faranno seguito altri o meno, ma questa esperienza ho il dovere di raccontarla nei dettagli, perché sono dovuta andare in terra sicula ben tre volte per poterla realizzare. Dopo due tentativi falliti causa maltempo nel lontano mese di marzo del 2009 (in occasione della mia laurea) e nel più recente mese di febbraio 2018, sono finalmente riuscita a salire sull'Etna, il vulcano attivo più alto d'Europa!



Alle 8.15 del mattino c'è un autobus della compagnia AST (costo del biglietto 6.60 euro a/r) che parte dal piazzale antistante la stazione centrale di Catania e che arriva intorno alle 10 presso il Rifugio Sapienza a 1900 metri di altitudine, il punto più alto del vulcano raggiungibile con mezzi propri. 



L'autobus effettua una piacevole sosta nel paesino di Nicolosi, dove è già possibile respirare l'aria fresca del vulcano e fare una ricca colazione nel bar della piazza principale.
Il paesino di Nicolosi
Il rifugio Sapienza, situato sul versante sud del vulcano
Una volta giunti al rifugio, è possibile visitare liberamente i crateri silvestri, adiacenti al rifugio, oppure decidere di salire a quota 2900 metri per vedere da vicino i crateri sommitali che spesso fumano ed emettono un caratteristico odore di zolfo. Per arrivarci, è necessario prendere la funivia fino a quota 2500 metri, per poi continuare con i bus fuoristrada in compagnia di una guida. Il biglietto integrato funivia+bus 4X4 costa 63 euro. Sono molti gli escursionisti esperti che decidono di arrivare in cima al monte Etna a piedi.
Il monte Etna versante sud (Fonte: Google)

Le cabine della funivia dell'Etna

Paesaggio vulcanico dalla funivia



Il simpatico bus fuoristrada 4X4

Panorama a quota 2500 metri, all'uscita della funivia


La vista esterna dal bus

Arrivo ai crateri sommitali che fumavano...fumavano...





La soddisfazione di chi ce l'ha fatta!

L'escursione è stata meravigliosa, una di quelle cose da fare almeno una volta nella vita, ma debbo ammettere che le condizioni atmosferiche non erano delle migliori. Purtroppo non avendo l'abbigliamento giusto ho sofferto davvero troppo il freddo, anche a causa del vento fortissimo (la funivia è stata fermata due volte per le raffiche). A quota 2900 metri la temperatura era sotto lo zero, mentre il giorno precedente mi trovavo a Taormina a fare il bagno al mare! 

Per andare sull'Etna bisogna sempre usare vestiti pesanti da montagna, con giacca a vento o piumino, maglia termica e pantaloni, scarpe chiuse da ginnastica o trekking, cappello e guanti, soprattutto nel periodo invernale e primaverile. Io dopo 15 minuti ho dovuto prendere il bus e scendere di quota urgentemente perché non avevo i guanti e le dita delle mani iniziavano a diventare viola e non le sentivo più! Ma anche in estate non si deve mai abbassare la guardia, il tempo cambia in modo repentino ed il vento è sempre forte lassù.






Vento in quota
Il mare e la neve visti dalla cima del vulcano

  

Sulla via del ritorno, lungo la strada che unisce il Rifugio Sapienza e Nicolosi, si può notare sul lato destro una casa quasi totalmente sepolta dalla lava del vulcano durante una delle grandi eruzione dell'Etna. 



E questo è lo zainetto con cui sono sopravvissuta quasi un mese in giro per la Sicilia! Un grande compagno di viaggio...



Arrivederci al prossimo post!!!


giovedì 15 agosto 2019

Gita a Ventotene

Cari lettori,

nonostante il caldo estremo che sembra non voler dare tregua (viaggiamo sui 35-37 gradi durante la giornata) e che non permette di fare molto, a parte starsene chiusi in casa per sopravvivere, una piccola gita giornaliera agostana al mare sono riuscita a concedermela lo stesso. In compagnia della mamma, sono sbarcata per la prima volta sull'isola di Ventotene, non molto lontana da Velletri.


L'isola di Ventotene fa parte delle Isole Pontine (o Ponziane), un arcipelago di origine vulcanica situado nel Mar Tirreno al largo delle coste del Golfo di Gaeta, tra Lazio e Campania. Oltre a Ventotene, ne fanno parte le isole di Ponza (la maggiore), Palmarola, Zannone, Santo Stefano e Gavi. Le isole sono raggiungibili in traghetto o in aliscafo dalle città di Formia, Anzio, Terracina, San Felice Circeo, Pozzuoli, Ischia e Napoli.
(Fonte: Google Fotos)
Per raggiungere Ventotene, io e mamma abbiamo scelto di arrivare in treno fino a Formia, per poi prendere il traghetto fino all'isola. La compagnia marittima che effettua i trasferimenti da e per le Isole Pontine e la Laziomar. Il costo del biglietto andata e ritorno da Formia a Ventotene è di 29,30 euro a persona. Il viaggio dura circa due ore ed è molto piacevole e tranquillo. 

Porto di Formia di primo mattino
Il nostro traghetto
Una volta sull'isola, ci siamo incamminate verso il centro in cerca del posticino giusto per fare un bel bagno e rinfrescarci un po'. Ventotene è un'isola molto piccola (ha un'estensione di circa 2 km² ed appena 768 abitanti) che si può visitare a piedi in poche ore. 



Porto Romano
Via di accesso al centro


L'isola di Santo Stefano e il suo carcere, dove durante il fascismo venivano rinchiusi i dissidenti politici, tra cui spicca il nome di Sandro Pertini, più tardi eletto Presidente della Repubblica.
Il faro
Le spiagge di Cala Nave e Cala Rossano, insieme agli scogli nelle vicinanze del faro e del porto romano sono gli unici punti accessibili da terra, mentre via mare ci sono altre calette e piccole insenature (Cala Battaglia, Punta Eolo, Punta Pascone, le Sconciglie) in cui ci si può fermare a fare il bagno. La nostra prima sosta è stata proprio a Cala Nave, una spiaggetta davvero deliziosa, anche se molto affollata in questo periodo estivo.

Cala Nave
Lo scoglio La Nave




Scoglio di Cala Nave raggiunto a nuoto!






Il faro visto da Cala Nave
Santo Stefano alle mie spalle
Dopo il bagno ed una gran bella nuotata, la fame iniziava a farsi sentire, così siamo tornate verso l'area del Porto Romano, ci siamo sedute ai tavolini all'aperto di una pizzeria consigliataci da un frequentatore abituale di Ventotene incontrato poco prima e ci siamo mangiate vari tipi di tiella, una pizza ripiena di pesce (solitamente polpo con patate o verdure) tipica di Gaeta e delle zone pontine.

La tiella, pizza ripiena tipica della zona pontina

Dopo il ricco pranzo, abbiamo fatto una passeggiata per il piccolo centro dell'isola fino a Cala Rossano e all'entrata del cimitero. L'area archeologica di Villa Giulia a Punta Eolo, una grande villa romana, era chiusa al pubblico (l'entrata è permessa solo una volta al giorno con le guide). 



Villa Giulia, oltre a splendente dimora imperiale, è stata per molti anni una prigione, dove venivano mandate in esilio le donne romane colpevoli di trasgressioni, vere o presunte; tra queste troviamo appunto Giulia, figlia dell'Imperatore Augusto, che vi restò per cinque anni.


La piazzetta principale di Ventotene
Chiesa di Santa Candida

Per le vie del centro con le sue casette colorate...


Piazza Castello e il Municipio

Cala Rossano
Prima di riprendere il traghetto ci siamo concesse un ultimo bagno rinfrescante sugli scogli dietro al faro, di fatto un prolungamento di Cala Nave, dove i pesci la facevano da padrone!


Sugli scogli del faro


E dopo un bel gelato artigianale alla frutta, eccoci di ritorno verso il porto e verso il nostro traghetto che ci avrebbe riportato in serata sulla terraferma, dopo una giornata meravigliosa trascorsa in un luogo d'incanto a due passi da casa! 

Il traghetto in attesa...



Arrivederci al prossimo post!!!