martedì 24 giugno 2014

Si dipinge!!!

Cari lettori,

con l'arrivo del sole ne approfittiamo per riprendere i nostri lavori edilizi lasciati in sospeso nel periodo delle piogge. 

Renato ha ridipinto l'interno e l'esterno degli appartamenti (ora manca solo verniciare il cancello), abbiamo tagliato il prato, stiamo piantando un po' di fiori e qualche alberello da frutto tipo arance e simili e abbiamo dipinto il muro esterno. Poi il lavoro grosso sar{ dipingere di nuovo l'edicula...Ma sta venendo tanto carina!!!

Vi lascio qualche foto del muro esterno di casa. Buona visione!!!












Arrivederci al prossimo post Mondiale!!!


lunedì 23 giugno 2014

La settimana dei luoghi comuni non è solo su Facebook...

Cari lettori,

ieri sera sul sito Repubblica.it mi sono imbattuta per caso in un articolo, definito in realtà come "reportage", dal titolo "Brasile 2014. Ho costruito lo stadio ma non vedrò la gara. Mi sono venduto i biglietti" e scritto da Concita de Gregorio che ho sempre considerato un'ottima giornalista. Penserete voi, e qual è il problema? 

Bene, senza voler qui entrare nel merito della qualità di ciò che il giornale La Repubblica scrive ultimamente (molto discutibile, soprattutto quando si parla di Brasile), le informazioni riportate in questo "reportage" e il modo in cui sono state riportate, mi hanno fatto davvero indignare. 

Dopo aver trascorso gli ultimi 2 mesi cercando di spiegare alla gente che nessuno stava uccidendo i bambini di strada a Fortaleza o che nessuno ha espulso con la forza gli abitanti delle favelas per "ripulire" le città sede del Mondiale, e che le immagini veicolate dai social networks si riferivano ad eventi passati e che nulla hanno a che vedere con il Mondiale, questa è stata la famosa goccia che ha fatto traboccare il vaso. 

Non perché vivo in Brasile e amo questa terra, ma perché si vuole a tutti i costi dare un'immagine negativa e distorta di un paese che sì, vive una situazione delicata ed ha molti problemi da risolvere, ma che nonostante ciò è riuscito ad organizzare un evento enorme che si sta svolgendo tutto sommato tranquillamente rispetto a quelle che erano le previsioni iniziali.

E le proteste? Le proteste e i tafferugli che si vedono nei telegiornali ogni giorno, e che riguardano in modo particolare la capitale brasiliana San Paolo, sfruttano l'evento per avere più visibilità mondiale, ma in realtà non riguardano in modo specifico la Coppa del Mondo e la sua organizzazione, le cifre spese o i lavori in parte ancora non terminati nelle città ospitanti, sono proteste di stampo politico e sociale iniziate già lo scorso anno.

Tornando all'articolo motivo di questo post, che potete trovare qui, nel testo si leggono tante ovvietà, molte inesattezze e frasi ad effetto, svariati sensazionalismi. Sorvolando sul fatto che la giornalista in questione scrive le cifre plurali sempre usando la dicitura singolare Real, quando in realtà sarebbe Reais e suona un po' strano leggerlo al singolare, c'è sempre questa mania tipicamente europea di fare la conversione con l'Euro. Qui guadagniamo e spendiamo in reais non in euro, abbiate pietà di noi!!! 

Il protagonista della storia guadagnava 900,00 reais lavorando come gruista nella costruzione dello stadio di Natal, stato del rio Grande do Norte, costa nordest del Brasile. 


Vorrei notare che uno stipendio di 900,00 reais mensili non è uno stipendio alto, ma rappresenta la media di molte categorie di lavoratori qui in Brasile. E' quello che guadagnano a Vilhena (in cui il costo di vita è molto più alto di quello delle città del Nordest del Brasile tra cui Natal, citata nell'articolo) i giornalisti/reporter, alcuni professori delle scuole di lingue che scelgono di non lavorare 12 ore al giorno, commessi dei supermercati e dei negozi, i camerieri e gli aiutanti nei ristoranti e pizzerie, gli addetti alle pulizie, le governanti, molti dipendenti pubblici (impiegati comunali) non laureati, in genere tutti gli impiegati amministrativi che lavorano negli uffici di contabilità e simili. E ci si vive con queste cifre.

Certo, facendo la conversione in euro diventa una miseria! Ma come, pagano 300,00 reais al mese? E' uno stipendio da fame! Questa si chiama schiavitù! E bla, bla, bla...

Poi leggiamo anche che il protagonista della storia ha deciso di vendere l'ingresso omaggio per vedere una partita nel "suo" stadio per aiutare la moglie a comprare una lavatrice, visto che lei lavora a giornata come cameriera in un resort guadagnando appena 30,00 reais al giorno. Di nuovo la conversione con gli euro (!!!), ma a parte ciò il dato fornito mi sembra davvero discutibile, quando la media qui a Vilhena come in altre capitali del nordest, tra cui Recife, è di 50-70 reais al giorno.

Un'altra informazione: il protagonista ha 32 anni e vive con la madre, due fratelli, la moglie e due figli in una casa che costa 500,00 reais di affitto mensili. Pagato l'affitto restano 400,00 reais al mese per vivere. Come direbbe Marzullo, la domanda nasce spontanea: ma lavora solo lui in questa casa? La moglie non lavorava a giornata nel resort? Bah...

Infine, la passeggiata in dromedario sulle dune, patrimonio naturale di una delle regioni più belle del Brasile, a mio avviso. Secondo le informazioni in mio possesso una passeggiata in dromedario a Natal costa tra i 90,00 e i 100,00 reais a persona, non serve lo stipendio di un mese, ma stiamo scherzando?!?

La fiera dei luoghi comuni, che tristezza leggere queste cose su uno dei giornali italiani più letti e rispettati. 

Con questa considerazione vi saluto, tra poco c'è la partita del Brasile...



Vai Brasil!!!


domenica 22 giugno 2014

'O sole mio...!!!


Cari lettori,

in Amazzonia, dopo il lungo periodo delle piogge, è finalmente iniziata l'epoca di "secca" che aspettavo con ansia e che spero durerà almeno fino al mio viaggio in Italia di fine anno...Non c'è niente di meglio che una bella giornata di sole e cielo azzurro!!!


In realtà i "locali" non amano molto il periodo secco perché spesso fa molto caldo, perché c'è molta polvere e perché dicono che la natura e gli animali hanno bisogno d'acqua, così come i contadini che vivono dei prodotti della terra. E in parte hanno ragione...Io però la pioggia incessante non la tollero più.

Con l'arrivo del sole riprendono tutte le attività all'aria aperta, che per noi da 3 anni non corrispondono a passeggiate e gite fuori porta (soprattutto perché qui fuori dalla porta della città non c'è nulla e la città vicina è a più di 100 km di distanza), bensì ad un aumento del carico di lavoro pesante, perché con il sole possiamo terminare i lavori edilizi lasciati in sospeso durante la pioggia.

Questa settimana con l'arrivo del sole, grazie ad una temperatura gradevolissima di circa 25°C e una bella brezza diurna, e approfittando anche di due giorni di festa appena trascorsi, ci siamo dati ai lavori forzati qui a casa: tagliare l'erba, raccogliere e separare calcinacci, dipingere le porte, dipingere il muro esterno e la casa, smacchiare i pavimenti e altre attività più piacevoli, come ad esempio curare le piante o iniziare a preparare la base per l'orto.




Siccome Vilhena non è una città grande e non ci sono parchi cittadini, usciamo poco, giusto per andare a prendere un gelato o fare un giro ogni tanto. Qui non c'è il mare, ci sarebbe il fiume per fare un bagno e passare la giornata, ma io ho paura dei piranha e dei caimani che si trovano spesso nelle acque dei fiumi locali.

La cosa che amo fare di più è uscire con mio marito e con il mio cane a passeggiare per il nostro quartiere, che è un quartiere nuovo, tutto in costruzione, ma abbastanza tranquillo, con poco traffico e con una bella piazza con palestra all'aperto.

Ne approfittiamo per chiacchierare un po' e parlare dei nostri progetti futuri...

Un'altra attività che amo fare con il sole e il vento è lavare i panni!!! Ebbene sì, vi assicuro che nel periodo delle piogge uno dei problemi più difficili da affrontare è non poter lavare i panni, perché poi non si asciugano!!! Mi è già capitato di lavarli ovviamente, ma poi ho dovuto aspettare anche una settimana per vederli più o meno asciutti, ma sempre con quell'odore di umido e muffa che davvero non sopporto...Oggi ho lavato i panni e con il sole che c'è e il vento si asciugheranno in un batter di ciglia!



Buon fine settimana (speriamo di sole) a tutti!!!

:-)


giovedì 12 giugno 2014

Riflessioni di una notte di mezz'estate...

"Le persone non fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone". 

(John Steinbeck)


"Viaggiare è una scuola di umiltà, fa toccare con mano i limiti della propria comprensione, la precarietà degli schemi e degli strumenti con cui una persona o una cultura presumono di capire o giudicano un'altra". 

(Claudio Magris)



Cari lettori,

ieri sera riflettevo sul senso delle cose, sempre e costantemente preoccupata per il nostro futuro vicino e lontano, pensavo alle tante delusioni e difficoltà che abbiamo affrontato e dobbiamo affrontare ogni giorno, pensavo a quant'è complicato pensare positivo quando tutto sembra statico e immobile intorno a te. 

Da tre anni sempre con l'affanno, sempre cercando di fare del mio meglio, sempre organizzando tutto per non lasciare nulla al caso. Quando vivi così lontano dalla tua casa, dalla tua famiglia, le cose si ingigantiscono e diventano mostri da sconfiggere ogni giorno, anche un viaggio diventa un peso quando non sai a chi lasciare il cane e la casa...Ah, solo adesso riesco a capire perché mamma si sentiva sempre tanto agitata al dover lasciare la casa per andare in vacanza!

E in tutto ciò, dover pensare al lavoro, ad avere un reddito sufficiente per vivere dignitosamente, fare i salti mortali e volersi a volte moltiplicare come i pani e i pesci per poter anche semplicemente dormire un po'.

E così pensavo a quanto si cambia vivendo in terra straniera, lontani dalla sicurezza che infonde la madre patria, dalla fragile campana di vetro familiare, ma soprattutto a quanto si può crescere e maturare dovendo risolvere da soli i problemi e fare scelte, a quanto è importante scegliere e sbagliare per poter imparare qualcosa in più, a come diventiamo più forti ma allo stesso tempo più vulnerabili, a come diventiamo più semplici e tolleranti verso il prossimo quando girovaghiamo per il mondo con indosso solo la nostra pelle e le nostre forze. 

La tolleranza e l'educazione verso il prossimo, sono valori che nessuno ci insegna a casa nostra, che non fanno parte della nostra cultura e del nostro DNA, eppure rappresentano la soluzione a tante questioni umane. Quando sei soltanto uno straniero in terra straniera sei costretto in qualche modo ad imparare l'arte della tolleranza e improvvisamente vedi il mondo con occhi diversi, ti senti una persona diversa, inutile negarlo.

Si parla ovunque degli italiani all'estero come degli snob...ma non è esattamente questo il termine da usare, a mio avviso. Gli italiani migliorano moltissimo dopo aver vissuto tanti anni all'estero, soprattutto quelli che vivono come me oltreoceano, diventano cittadini migliori. Le difficoltà vere da affrontare sono talmente tante che non abbiamo più il tempo di lamentarci di tutto, nulla ci è dovuto in quanto stranieri ma, paradossalmente, spesso riusciamo ad ottenere di più. Il lavoro ce lo inventiamo se necessario, non lo pretendiamo da nessuno. Spesso viviamo in modo più semplice e non compriamo più cose inutili. Spesso viviamo a contatto con realtà talmente dure e complesse da riuscire a relativizzare le problematiche del Bel Paese che ci siamo lasciati alle spalle. Questo non significa essere snob o non amare la propria patria o non vedere i problemi dei nostri connazionali, significa semplicemente essere un po' più realisti e critici. 

Per ora è tutto, volevo solo condividere qualche pensiero sparso qua e là con i lettori del blog, che iniziano ad essere parecchi...

A presto! :D


Quattro matrimoni e un funerale...Iniziamo dai funerali!


Carissimi lettori,

dopo aver scritto un post sui funerali nel gruppo degli italiani all'estero di Facebook qualche giorno fa, ho pensato di riportarlo anche sul blog perché, nonostante si tratti di un argomento poco allegro, mi sembra culturalmente molto significativo ed interessante.


Nella mia città brasiliana, Vilhena, nonostante le diverse correnti religiose esistenti oltre alla religione cattolica che qui rappresenta la minoranza, i funerali vengono organizzati e vissuti più o meno come in Italia, non noto particolari differenze.

L'unico aspetto differente è la questione dei manifesti funebri: qui non esistono manifesti appesi in giro per la città o pubblicazioni relative alle persone defunte, casa molto diffusa invece da noi in Italia. Una lettrice ha commentato il mio post dicendo che il marito straniero quando vide per la prima volta in Italia un manifesto le chiese stupito: "Ma che fanno la pubblicità ai morti?". Come sempre, tutto è molto ma molto relativo su questa terra...

Le pompe funebri, che qui si chiamano "funerárias", si occupano di prelevare il corpo del defunto e di prepararlo per la veglia notturna ("velório" in portoghese) che precede il funerale, e in genere si tiene nella casa della famiglia del defunto, nella cappella comunale o in una chiesa. Qui non è proibito prelevare il corpo del defunto dall'ospedale per portarlo altrove per la veglia funebre, cosa che invece in Italia non è possibile fare.

La veglia funebre dura tutta la notte, parenti e amici si riuniscono per dare l'ultimo saluto al defunto. E' un momento di raccoglimento, in cui in genere non si assiste a scene di delirio come qualche volta mi è capitato di presenziare al sud Italia, le persone parlano, si abbracciano, commentano l'accaduto, condividono la loro tristezza, ma sempre con molta discrezione, si beve un cafezinho e si mangia qualche snack (i famosi salgadinhos brasiliani).

Al mattino si svolge il funerale vero e proprio. I parenti raggiungono il cimitero al seguito del carro funebre. Il cimitero comunale di Vilhena è molto simile nell'aspetto ai cimiteri italiani, all'interno vi sono tombe di ogni tipo, con lapidi di ogni tipo, cappelle più o meno grandi. Ciò che manca sono i loculi posti verticalmente. 


Inizialmente il defunto viene semplicemente messo sotto terra con un numero identificativo (e questo aspetto mi lascia un po' amareggiata e triste), poi la famiglia provvede in un secondo momento a far costruire una tomba e una lapide. 

I funerali qui sono molto cari. Le famiglie spesso si indebitano e devono pagare il conto a rate, così come costruiscono la tomba un po' per volta e soldi permettendo. Il costo delle sole pompe funebri si aggira intorno ai 6000,00 reais, se non ricordo male. A ciò si aggiunge poi il costo della tomba e della lapide. 

La cerimonia al cimitero si svolge sempre in presenza di un prete o un pastore. 

La tradizione brasiliana mi sembra molto simile a quella italiana. Diverse sono le cerimonie funebri indigene, a cui ancora non ho mai partecipato, ma un giorno conto di farlo.


Arrivederci al prossimo post!!!


sabato 7 giugno 2014

Le stagioni amazzoniche

Cari lettori,

siamo ufficialmente usciti dalla stagione delle piogge qui in Amazzonia (ebbene sì, e ancora una volta indenni per fortuna)e mi piacerebbe raccontarvi qualcosa in più a proposito delle stagioni e delle condizioni climatiche in Amazzonia, non solo perché rappresentano per me il fattore adattativo più critico ma soprattutto perché noi italiani siamo abituati al nostro clima mediterraneo e pensiamo che più o meno ovunque il clima sia così regolare e ciclico...


Vi dico subito che qui non esistono le 4 stagioni a cui siamo abituati noi italiani, durante l'anno si alternano una stagione secca (senza piogge) ed una stagione umida, che è il periodo delle piogge e viene anche chiamato "inverno amazzonico"

Il periodo delle piogge va da novembre a maggio, mentre la stagione secca copre il periodo da giugno a ottobre. 

Durante la stagione umida piove tantissimo, cadono volumi di acqua indescrivibili e spesso in poco tempo, piove tutti i giorni, in genere nel pomeriggio, dopo mezzogiorno. All'inizio e alla fine della stagione umida le piogge sono più rapide (qui le chiamano "pancadas de chuva"), pomeridiane, e spesso accompagnate da temporali, tuoni, fulmini e saette, mentre nei mesi di gennaio e febbraio, che sono i più piovosi, può piovere anche per una settimana ininterrottamente, con volumi ridotti.

Nelle foto: le ultime piogge a Vilhena




La stagione secca è secca davvero, nel senso che in genere non piove mai, nemmeno per sbaglio! Il mese di agosto è davvero caldissimo e afoso...Nei mesi di giugno e luglio nella zona in cui vivo si assiste ad un fenomeno che si chiama "friagem", in cui si verifica un calo repentino delle temperature con formazione di molta nebbia e che in genere non dura più di 2-3 giorni. Le masse di aria fredda polare arrivano dal sud e investono tutto lo stato di Rondonia. 

Nelle foto: gli arara e il "céu azul" brasileiro



Vilhena, la città in cui vivo, è quella in cui il fenomeno è più evidente perché è situata su un altopiano a 700 metri di altezza rispetto al livello del mare. Qui le temperature passano da 28 a 8-10 °C nel giro di 1-2 ore, il freddo è intenso e la sensazione termica è di alcuni gradi sotto zero, e senza riscaldamenti in casa è davvero dura. In questi giorni l'acqua è talmente fredda che la doccia elettrica non riesce a scaldarla e fare la doccia diventa un incubo, quando normalmente è piacevolissimo. E poi non siamo attrezzati con coperte e vestiti pesanti...Soffrire il freddo in Amazzonia è incredibile, vero? 

Nelle foto: freddo e nebbia a Vilhena




La cosa positiva è che la città non è soggetta ad allagamenti importanti proprio grazie all'altezza e all'assenza di grandi fiumi. Il nord dello stato di Rondonia, al contrario, è in stato di calamità naturale, quest'anno ha piovuto più del solito e il Rio Madeira, un affluente del Rio delle Amazzoni, è esondato e parte dello stato ancora si trova sott'acqua dopo 3 mesi dall'accaduto. 

Nelle foto: gli allagamenti al nord dello stato




Non riesco a spiegare bene agli italiani quali sono i volumi di acqua che cadono in zona amazzonica, e come sia complicato vivere qui, molte delle normali attività si fanno sotto la pioggia. Io e mio marito, come molti qui in città, abbiamo solo una moto (le macchine sono carissime da comprare e da mantenere...) e siamo costretti ad uscire per andare a lavorare sotto la pioggia, avvolti in impermeabili scomodissimi!!! Per fortuna poi i pappagalli e gli arara colorati in cielo ci fanno tornare il sorriso...

Considerate che lo scorso anno nel solo mese di gennaio sono caduti in media 545 mm di pioggia (e quest'anno abbiamo superato questo valore), quando a Roma la media pluviometrica è di 804 mm durante tutto l'anno...

Ma adesso ci godiamo la stagione secca, molto caldo e qualche doccia in più!!!


Arrivederci al prossimo post!!!