mercoledì 6 luglio 2016

Il Talian

Ma che cos'è 'sto Talian?

Talian è il termine utilizzato per definire la lingua degli immigranti italiani nel Brasile meridionale. È una sorta di dialetto veneto, con influenza di altri dialetti italiani (friulano, bergamasco, ecc.) e anche del portoghese.

A Serafina Correa, una piccola città qui nel Rio Grande do Sul, dal 2009 il talian è una lingua co-ufficiale del comune. Dal novembre 2014 il talian viene riconosciuto come “Patrimonio Culturale Immateriale del Brasile”. Ecco un video che parla sul talian e il suo riconoscimento in Brasile:


Questa lingua l'ho imparata da bambino, visto che i miei genitori tra loro e con i miei zii parlano sempre in talian. Capisco tutto, ma, ahimè, non l'ho mai utilizzato nella vita sociale. 

Quando ero a scuola gli insegnanti dicevano ai genitori di non insegnare ai figli altre lingue che non il portoghese. Sono nato in un periodo di dittatura e queste lingue e dialetti stranieri non erano benvisti in Brasile.

Durante la Seconda Guerra Mondiale in Brasile era vietato parlare le lingue dei paesi che facevano parte dell'Asse (tra cui l'Italia). Il Brasile faceva parte degli Alleati e viveva un periodo dittatoriale e nazionalista molto forte. 

Ho sempre sentito questa storia che gli immigranti non potevano parlare la loro lingua e incuriosito ho cercato una notizia in un giornale di allora. Vediamo cosa diceva la notizia nell'edizione del 2 febbraio 1942 del giornale A Época della città di Caxias do Sul:

(cliccare su per ingrandire)

Laura ha fatto per me la traduzione in un buon italiano. Ecco il risultato:

E' vietato parlare italiano, tedesco e giapponese in qualsiasi luogo pubblico!

Considerata la situazione internazionale e in virtù di ordini superiori, rendo pubblico che:


1- Gli stranieri provenienti da Germania, Italia e Giappone dovranno comunicare la loro residenza in Questura entro 30 giorni;

2- Non sarà permesso loro:

a. Viaggiare da una località ad un'altra senza la previa autorizzazione della Questura;

b. Riunirsi, anche se in residenze private e per eventi privati (compleanni, balli, banchetti ecc.);
c. Discutere o scambiare opinioni sulla situazione internazionale;
d. Cambiare indirizzo di residenza, senza previa autorizzazione;

3- Tutti gli stranieri delle succitate nazionalità, dovranno consegnare le armi presso la Questura, accompagnate dal rispettivo porto d'armi, quando in loro possesso;

4- Agli stessi stranieri di cui sopra, saranno revocate le licenze per l'acquisto di armi, esplosivi e materiali esplosivi;

5-Sarà proibito:

a. Distribuire testi scritti nella lingua delle potenze con cui il Brasile ha interrotto le relazioni internazionali;

b. Cantare o suonare gli inni delle suddette potenze;
c. Usare forme di saluto proprie e caratteristiche delle suddette potenze;
d. Usare la lingua propria delle stesse potenze nei luoghi pubblici (caffetterie, bar, ristoranti, hotel, cinema, negozi ecc.);
e. Esibire ritratti dei  membri di queste potenze;

6- Tutti i libri e i materiali di propaganda politica a favore di queste potenze, presenti nelle librerie o nelle residenze private, dovranno essere consegnate presso la Questura;

La Questura offre assoluta garanzia ai membri delle potenze dell'Asse e ai loro beni, non permettendo che il loro onore sia oltraggiato. Allo stesso modo, la popolazione nazionale brasiliana dovrà restare calma e disciplinata, aspettando sempre le direttive e le raccomandazioni ufficiali, non essendole permesso un comportamento aggressivo nei confronti dei cittadini di Germania, Italia e Giappone.


Adão Mussena Vieira

Commissario di polizia

Caxias, 30 gennaio 1942
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È molto peggio di quanto io pensassi!

Oltre alla necessità di mantenere distanza da questi paesi nemici durante la guerra, essendo il Brasile un paese formato da diverse etnie, c'era un obiettivo molto evidente di creare un'identità brasiliana

Quando andavo a scuola, almeno una volta alla settimana, prima di entrare in aula si cantava l'inno nazionale brasiliano. Fino al 1994 una persona che volesse "acquisire" la cittadinanza italiana (o qualsiasi altra di loro diritto) perdeva automaticamente la cittadinanza brasiliana. Lo spirito nazionalista era veramente molto forte.

Mio nonno è morto senza parlare bene in portoghese, una volta che usava il talian per communicare con familiari e amici. I miei genitori hanno imparato il portoghese quando sono venuti a vivere in città, dove non tutti capivano la loro lingua. Ancora oggi quando viaggio nei piccoli paesi di origine italiana sento la gente che parla in talian nelle vie o nei negozi. E lo stesso succede con il tedesco nei piccoli paesi di origine tedesca, e così via.

Oggi la democrazia brasiliana ci ha consentito di avere una doppia cittadinanza e di parlare qualsiasi lingua si voglia senza rischiare di finire in galera. Ma purtroppo questi divieti hanno lasciato un segno nella storia e oggi la maggior parte dei giovani di origine italiana non parlano il talian. È una lingua viva ma in via di estinzione

Comunque ci sono molte attività culturali e iniziative didattiche (musica, teatro, documentari, presentazioni, corsi, libri, dizionari, ecc.) che cercano eroicamente di tenere viva la lingua dei nostri avi. Cercherò di citarne alcune in altre pubblicazioni.

Solo per farvi capire com'è questa lingua vi lascio un video girato da una ragazza veneta (di Padova) che dal 2014 abita in Brasile. Lei era in visita ad Antonio Prado (circa 50 Km da Caxias) ed ha registrato una conversazione in talian con una signora locale.



Il talian avvicina il popolo del sud del Brasile al popolo veneto. Guardate con quale facilità questa signora si comunica con la ragazza veneta. 

Vi faccio un'altro esempio: mio padre che ha studiato solo fino alla quinta elementare e non ha mai appreso l'italiano (lingua ufficiale italiana), quando è andato in Italia parlava fluentemente con i veneti usando il talian.

Ringrazio Cristina, la ragazza del video, che mi ha consentito di pubblicarlo nel post. E le faccio i complimenti, poiché non tutti i veneti della sua età parlano il dialetto come lei. Sono sicuro che lei non avrebbe mai pensato che il suo dialetto veneto potrebbe essere così utile oltreoceano.


Arrivederci al prossimo post!



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