mercoledì 30 novembre 2016

Cognome materno (finalmente) anche in Italia?

Cari lettori,

lo scorso martedì 8 novembre, la Corte Costituzionale italiana è intervenuta per la terza volta in 18 anni sul tema "doppio cognome", ossia sulla possibilità di attribuire ai figli sia il cognome paterno che quello materno.
Foto: Fotolia/Il Sole 24 Ore
Retaggio di una concezione patriarcale della famiglia italiana, l'automatica attribuzione del solo cognome paterno al figlio legittimo, in presenza di una diversa volontà dei genitori(norma che deriva dal diritto latino) è stata dichiarata ancora una volta incostituzionale perché viola l'uguaglianza tra uomo e donna.

La sentenza della Corte Costituzionale arriva in seguito alla richiesta di una coppia italo-brasiliana residente a Genova, alla quale l’anagrafe aveva negato la possibilità di chiamare il proprio bambino sia con il cognome della mamma sia con quello del papà. 

La coppia italo-brasiliana residente a Genova (Foto: Il Sole 24 Ore)
Il dettaglio interessante è che il figlio della coppia, in possesso di doppia cittadinanza, risultava già registrato all'anagrafe brasiliana con il doppio cognome, ma in Italia ha potuto mantenere il solo cognome paterno. Per consuetudine, o semplicemente perché toccare il cognome paterno nel nostro paese di fatto resta ancora un tabù, viene visto dai più quasi come un attentato alla famiglia. Cosa che non è, ovviamente.

In Brasile è normale avere sia il cognome materno che quello paterno
Ricordiamo, infatti, che nel nostro codice civile non esiste alcuna legge che obblighi i genitori a chiamare i figli con il solo cognome del padre o che vieti di fare il contrario. L'attribuzione automatica del solo cognome paterno deriva dall'interpretazione di alcune leggi e decreti legati al tema della famiglia. 

A dire il vero, in Italia esista già da due anni un disegno di legge che prevede il diritto dei genitori a scegliere il cognome che preferiscono per i figli. Si tratta però di una norma che, approvata alla Camera nel settembre 2014, è ancora ferma al Senato

Questo disegno di legge era arrivato in seguito alla sentenza del 2014 della Corte Europea dei Diritti dell’Uomo di Strasburgo che aveva condannato il nostro Paese per aver violato i diritti di una coppia di coniugi milanesi che volevano dare alla figlia anche il cognome della madre. 

In quell’occasione, i giudici di Strasburgo avevano obbligato l’Italia ad adottare riforme per eliminare l’attribuzione automatica del cognome paterno che, secondo loro, non era compatibile con il principio di uguaglianza previsto sia dalla Costituzione Italiana sia dalla Convenzione Internazionale dei Diritti dell’Uomo.

Ora, dopo questa sentenza della Corte Costituzionale che impone al Parlamento di sanare la palese incostituzionalità della situazione attuale, c'è l'impegno del presidente della Commissione Giustizia (a cui la proposta è stata assegnata) di inserirla in calendario per la fine dell'anno corrente o per l'inizio del prossimo. 

Sono molte, infatti, le coppie miste, soprattutto sudamericane, che si trovano ad affrontare questa questione così spinosa. Se io e Renato decidessimo di avere un figlio, io non potrei dare anche il mio cognome, quando qui in Brasile è la norma.

Per ora, quindi, le coppie che volessere mettere ai propri figli entrambi i cognomi dovranno continuare a rivolgersi ai Tribunali ed armarsi di tanta pazienza. La cosa positiva però è che, visto il precedente di questa sentenza, la richiesta non potrà più essere negata. 

Per approfondimenti, potete leggere qui il progetto di legge originario datato 1989 (!!!), mentre trovate qui il testo del disegno di legge presentato nel 2014, approvato dalla Camera ma ancora fermo al Senato.


Arrivederci al prossimo post!!!


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